Ippolito Pestellini Laparelli (Italia); Nora Akawi (Palestina); Thelma Golden (Usa); Tau Tavengwa (Zinbabwe); Izabela Wieczorek (Polonia), componenti della giuria, hanno assegnato il Leone d’oro per la miglior partecipazione nazionale al padiglione brasiliano, Terra/Earth. I curatori, Gabriela de Matos e Paulo Tavares, hanno scovato le radici più profonde del Brasile attraverso un rapporto intimo con la terra, volgendo lo sguardo del Paese verso la ricostruzione e la nuova interazione con altre popolazioni.
DAAR, Decolonizing Architecture Art Research di Sandi Hilal e Alessandro Petti, vince il Leone d’Oro per la migliore partecipazione alla mostra “The Laboratory of the Future”. Il premio sottolinea il costante impegno e profondo coinvolgimento politico attraverso pratiche architettoniche e di apprendimento della decolonizzazione in Palestina e in Europa.
Il Leone d’Argento per un promettente giovane partecipante alla mostra “The Laboratory of the Future” è stato assegnato all’installazione multimediale di Olalekan Jeyifous, opera che amplia le prospettive e l’immaginazione del pubblico su una nuova modalità di osservare un futuro decolonizzato e decarbonizzato.
Menzioni speciali come partecipazione nazionale alla Gran Bretagna con Dancing Before the Moon; mentre le altre tre menzioni speciali come partecipante alla mostra “The Laboratory of the Future” sono andate a Sammy Baloji/Twenty Nine Studio, a Wolff Architects e a Thandi Loewenson.
Come già annunciato dalla curatrice della Biennale Lesley Lokko a marzo scorso, il Leone d’Oro alla carriera è stato consegnato a Baba Demas Nwoko, artista, designer e architetto nigeriano.